Quando Cthulhu emerse dal Toluca Lake

Questo post è figlio di varie madri. E non fate subito quei brutti pensieri, che vi conosco.

Possiamo iniziare da lontano, da quando ho giocato la prima volta a Silent Hill 2. Il primo nemmeno lo conoscevo e questo capitolo me lo consigliò un amico. Fu uno di quei primi amori che poi non scordi mai, incollato letteralmente al video, dal quale mi staccavo solo quando la tensione di gioco si faceva davvero eccessiva. E accadeva, cavolo se accadeva. Dopo un paio d’ore in giro per la città invasa dalla nebbia, con la fottuta radiolina che gracchiava per avvisare di qualche mostruosa entità nascosta e invisibile, sentivo con quanta forza quel “semplice gioco” riusciva a catturarmi.

Silent Hill 2 l’ho finito una caterva di volte, per vedermi ogni possibile variante, l’ufo, il cane nella stanza dei bottoni dell’hotel, il finale “buono” e quello “cattivo”, com’è tradizione della serie. Ho ucciso Maria e sono morto nel lago. E spesso ho vissuto l’esperienza di quel “turismo virtuale”, anche se mi fermavo ad ammirare sotterranei rugginosi o un lago maledetto o ancora qualche parte della città invasa dalle nebbie eterne.

Negli stessi anni aveva ormai messo tentacoli radici la passione per gli scritti del buon Howard Phillips Lovecraft, mai sopita come sicuramente saprete, che mi ha spinto a tentare ogni possibile media legato alle sue storie, dai videogame (come dimenticare il fantastico e insuperato Dark Corners of the Earth) ai film, dai libri che ampliavano il suo mondo fantastico ai giochi di ruolo. Cioè a quel Call of Cthulhu della Chaosium di cui acquistai in America una versione Anniversary che ancora campeggia, bellissima, nella mensola dei GdR.

Welcome to Silent Hill

Welcome to Silent Hill (modulo per Il Richiamo di Cthulhu)

Rimane ancora un parente, l’unico vivente a dire il vero, quel Redrum conosciuto anni fa, per poi scoprire che per fortuna aveva un nome normale, Gianluca Santini. Nonostante le centinaia e centinaia di chilometri che ci separano, complice la rete e le passioni comuni con Gianluca non ci si è mai persi di “vista” e le collaborazioni sono continuate. Anzi, non troppo tempo fa ricordo di averlo spinto a introdursi nell’ambiente scrittorio con maggiore fervore e da allora Red, che fa meno paura del suo nickname completo, è diventato una attivissima parte della blogsfera, con i suoi racconti, il suo Survival Blog e il sito che aggiorna con continuità e passione.
Proprio Gianluca ebbe l’idea del modulo di gioco per Call of Cthulhu ambientato nella dannata cittadina dei videogiochi, quel Welcome to Silent Hill che impaginai (in maniera terrificante, ma erano i primi tentativi ancora con Quark Xpress) e per il quale scrissi una breve avventura introduttiva. Questa coinvolgeva un ex detenuto che fugge e finisce a Silent Hill. Vi ricorda qualcosa? Che ne so, la trama del prossimo episodio videoludico per esempio? Eh già, ci hanno rubato l’idea!.

Plagi a parte, da quel modulo Gianluca ha recentemente espanso l’idea dell’avventura, realizzando La follia del peccato, già testato, se ricordo bene, col suo gruppo di giocatori. Un modulo che fonde i Miti di Silent Hill a una delle creature della follia, vicina ai Miti di Cthulhu, il Re in Giallo, di chambersiana memoria. Già, per questa volta almeno Cthulhu o Dagon non emergeranno dal Toluca Lake, ma chi può dire cosa succederà in futuro, quando il rito sull’isola al centro del lago sarà concluso?
Silent Hill incontra Il Richiamo di Cthulhu, quindi, e tutto in un leggero e usabile formato eBook, un ePub illustrato (con mappe trovate sul bellissimo sito SilentHillHeaven).
La realizzazione è ormai a un buon 80%, l’ePub è pronto e Gianluca lo sta controllando, credo inseriremo ancora qualche immagine per poi darlo agli appassionati. Ecco perché mi son messo in testa di proporvi giusto un paio di immagini del “making of”.

Potremmo parlare a lungo di questo procedimento, se permettete uno sfogo personale, visto che ultimamente più volte mi è stato detto che è praticamente “inutile”. L’eBook, a quanto sembra, è qualcosa che “si fa da sé”, il lettore ne recepisce che pochissima parte della qualità, quindi potevo benissimo dare in pasto il .doc a Calibre e accontentarmi.
Come credo ormai sappiate, non la penso così. Lavoro con una casa editrice, Edizioni XII, dove la qualità è al centro di ogni creazione, è stato lì che ho imparato molto di quanto faccio ora e sono convinto che i lettori abbiano il loro diritto a essere educati, processo che avviene fornendo loro cose buone, ben fatte. La qualità si impara.
Però va beh, magari approfondiremo il discorso altrove, o tra qualche tempo, quando saremo sommersi da eBook senza indice, con font scazzati, letti bene un reader su quattro e qualcuno si lamenterà abbastanza forte da far cambiare le cose.

Per ora eccovi giusto un paio di “anteprime” di quello che potrete, se siete giocatori de Il Richiamo di Cthulhu o fan di Silent Hill, godervi tra qualche giorno.

Call of Cthulhu - La follia del peccato - making of (2)

Call of Cthulhu – La follia del peccato – making of

Call of Cthulhu - La follia del peccato - making of (1)

Call of Cthulhu – La follia del peccato

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8 commenti

  1. Bellissimo post! 🙂 Ma sono di parte, ovviamente… 😛

    Ciao,
    Gianluca

  2. sono di parte pure io e soprattutto non competente in materia, ma so distinguere un post scritto bene, con il cuore. Quasi quasi mi aprirò pure io verso questo mondo, cerco di compiere piccoli passi alla volta. Sono d’accordo sul fatto di “educare il lettore”, è nostro compito fornire servizi di qualità e mostrare la differenza tra un lavoro eseguito bene, con la giusta attenzione per ogni dettaglio e uno improvvisato, volto magari al risparmio ma che non regge il confronto con il primo. Good Job Teo 😉

  3. Sembra gustoso… 🙂

  4. Ti invito a inserire, appena pronto, la pubblicità di questo nuovo lavoro nella pagina FB della nostra libreria virtuale:
    http://www.facebook.com/profile.php?id=100003136821932&ref=tn_tnmn#!/pages/Ipazio-Sghembos-fan-club/188763654541363?sk=wall, nata proprio questa mattina. Ti rimando anche al mio blog per capire di cosa si tratta.

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