Al momento in cui uscirà questa recensione, i pacchi bianchi della Awaken Realms staranno invadendo le case dei giocatori di mezzo mondo. Almeno di tutti quelli che hanno scelto la spedizione divisa tra core game ed espansioni e si sono adattati alla lingua inglese. Questi bellissimi pacchi contengono Nemesis, l’ultimo nato della casa editrice polacca Awaken Realms, che annovera tra i suoi prodotti This War of Mine, Lord of Hellas, Siegestorm e The Edge.
Disclaimer: in giro trovate recensioni precise e puntuali. Questo che state leggendo è il post scritto sull’onda dell’entusiasmo da chi ci ha giocato appena un paio di partite (e sa che prima di trovare il tempo e lo spazio per intavolarlo con altra gente ne passeranno di settimane).

L’unboxing
Nemesis è un dungeon crawler che mescola fantascienza e horror nella miglior tradizione della saga di Alien (alla quale deve moltissimo, soprattutto al secondo capitolo) e di videogame come Dead Space. Tutto materiale che da queste parti è fonte di eterna godimento, come testimonia la recente pubblicazione di Obscura Genesi, che potrebbe benissimo essere ambientato nell’universo di Nemesis (o viceversa, il librogame lo potreste giocare con le miniature).
L’unboxing mette in risalto tutta la cura che la Awaken Realms ha riversato nel loro prodotto. Non posso far paragoni con i titoli precedenti, ma siamo a livelli davvero elevatissimi. Il box bianco contiene la scatola vera e propria, protetta da pareti di neoprene, e la scatola di alcuni “regali” arrivati grazie al Kickstarter. In questa scatola più piccola, sulla quale campeggia il “gatto astronauta”, mascotte delle missioni interstellari, troviamo: una lettera del team creativo, un token metallico e un libretto illustrato dedicato al nuovo gioco Tainted Grail (attualmente su KS), il libro che contiene una missione full coop con una parte narrativa a fumetti e i relativi token di gioco.



Lo scatolone principale è ricoperto di artwork fantastici, e su ognuna delle pareti di cartone robusto troviamo uno dei personaggi. Aperto il vaso di Pand… la scatola di Nemesis troviamo due ripiani con tutti gli interstizi sufficienti a contenere le carte grandi, le carte piccole (con uno spazio aggiuntivo nel caso vengano imbustate), i vari tipi di token e naturalmente le miniature dei personaggi e degli alieni. Tutto è riposto con cura e la scatola fa bella mostra di sé esponendola nella propria collezione con lo stand apposito. Sui componenti non c’è nulla da dire che non sia condito da esclamazioni entusiastiche. Le illustrazioni, i materiali, la scultura delle miniature, i dadi personalizzati (due per il rumore e due per l’attacco), tutto è realizzato con cura.
Il gioco
Defustellato e sistemato, è ora di iniziare a giocare. Non ho intenzione di andare nel dettaglio delle regole, che sono ben descritte nel manuale di quasi trenta pagine. In realtà tolti gli esempi lo scheletro di base è veramente semplice e non stupirà chi abbia già giocato a titoli della famiglia dei dungeon crawler.

Il turno di gioco si divide in due parti:
- azioni dei giocatori: ogni personaggio ha un suo mazzo di “carte Azione” che presenta una parte di azioni comuni e una parte di azioni personalizzate per il ruolo. Queste carte possono essere utilizzate per la loro funzione peculiare (cercare, riparare, riposarsi,…) oppure “bruciate” per ottenere punti azione da spendere per muoversi, raccogliere o usare oggetti, attivare la strumentazione presente, attaccare gli alieni… Il movimento in stanze inesplorate andrà a influire sulla quantità di rumore ambientale nei corridoi adiacenti, il che potrebbe condurre a un incontro con uno degli intrusi;
- eventi: in questa fase saranno gli alieni presenti ad attaccare, e l’ambientazione evolverà, attraverso l’avanzare della time track, la modifica del “sacchetto dei token alieni” e la risoluzione di una carta Evento. Divamperanno incendi, si bloccherà la strumentazione, e così via.
Questo in un riassunto davvero davvero ridotto, poiché le cose da fare sono innumerevoli. Il titolo è un semi cooperativo (come quel Pathologic di cui abbiamo parlato tempo fa). Tutti puntano a sopravvivere ma ognuno ha due obiettivi segreti: uno aziendale e uno personale. A un certo punto del gioco ci si troverà a sceglierne uno e scartare l’altro. La vittoria sarà raggiunta solo se si soddisfano tutte le condizioni della carta obiettivo.

La durata è comunque limitata dalla time-track di 15 turni, dopo i quali la nave partirà per l’iperspazio, portando alla morte chiunque non sia scapato con un POD o non si sia isolato in una cella di ibernazione. Peggio ancora se viene attivata la sequenza di auto distruzione, che darà il via a un secondo e più stringente conto alla rovescia. Entrambi gli eventi possono però essere sfruttati da uno o più giocatori per soddisfare i propri obiettivi segreti, ad esempio fuggire verso la Terra e far detonare la nave con dentro alieni e resto dell’equipaggio.
Le chicche
Ci sono numerosi piccoli dettagli che ho colto durante le partite, e che me lo hanno fatto apprezzare ancora di più.
Il regolamento è scritto in modo chiaro ed esaustivo, con tutti i rimandi necessari per comprendere sempre a pieno ciò di cui si parla.
Durante la partita si rischia di venir feriti ma si può anche essere infettati dagli intrusi. La carta contaminazione è scritta in modo da non poter essere letta a occhio nudo. Il suo contenuto viene rivelato solo utilizzando uno speciale scanner biomedico.
Il primo giocatore a soccombere all’infezione diventa uno degli intrusi e gioca dalla loro parte, rendendo la sfida ancora più accesa.
Il sacchetto dei token ricorda molto quello di Arkham Horror LCG. In Nemesis c’è però un meccanismo di evoluzione davvero interessante. Ogni turno viene pescato un token “alieno” e in base a un semplice algoritmo questo evolve, trasformando le larve in adulti, generando effetti speciali, attivando la regina. Aumenta quindi il livello di pericolo dovuto all’infestazione.
Sempre ad Arkham Horror, ma questa volta al boardgame, sembra ispirato il meccanismo di movimento degli alieni. Le carte Evento riportano i simboli delle tipologie di alieni che si muovono e un numero da 1 a 4, a indicare la direzione. Proprio come accadeva con le carte Mito.

In conclusione
Le poche partite fatte non permettono di dare un giudizio completo, quindi questa è sicuramente una “prima impressione”. Ed è decisamente ottima, da ogni punto di vista. L’unica critica che è possibile muovere all’impianto scenico va alla scelta di tenere i toni davvero molto scuri, il che se dà una parte aggiugne atmosfera dall’altra toglie leggibilità, soprattutto all’immensa mappa della nave spaziale.
Il gioco si differenzia moltissimo in base alla modalità scelta. Nella modalità originaria, la semi-cooperativa, dobbiamo fronteggiare la minaccia aliena e quella rappresentata dai nostri colleghi, ognuno col proprio obiettivo. In quella full-coop viene meno l’ostilità interna ma dovremo riuscire a soddisfare tutti gli obiettivi pescati (uno per giocatore). Nel gioco in solitario l’obiettivo è uno solo ma la quantità di cose da fare renderà il passare del poco tempo a disposizione ancora più snervante.
Sicuramente un dettaglio che va colto è che questo non è un clone alieno di un qualsiasi Zombicide. Non ci sono orde di alieni che sciamano sulla plancia, le munizioni sono contate e così le risorse da utilizzare. Nemesis è un titolo che spinge a pianificare con cura le proprie mosse, perché oltre alle risorse è limitato il tempo di gioco. E quei 15 turni passano davvero troppo in fretta.
Qualcuno lamenta l’eccessiva difficoltà ed è vero che la vittoria sembra davvero difficile da raggiungere. Eppure, sarà anche per la mia frequentazione di Arkham e dintorni, questa la trovo una componente positiva. In una situazione del genere, dove alla minaccia aliena si somma quella dei propri “colleghi”, determinati a farvi fuori per ottenere la gratifica aziendale, la sopravvivenza è davvero una sfida durissima.