Sono di nuovo qua, con Fred Vargas, alias Frédérique Audouin-Rouzeau, parigina classe 57, ricercatrice di archeozoologia ed esperta in medievistica. Che già a dirlo così a uno si impressiona. Vorrei rispondere io qualcosa di simile quando mi chiedono cosa faccio nella vita.
Questa terza recensione, del libro che in realtà si pone all’inizio di una ipotetica “saga”, riguarda Chi è morto alzi la mano, dove si racconta di come tre individui “nella merda”, come amano definirsi, un medievalista, uno studioso della preistoria e uno della Grande Guerra, si ritrovano a far fronte comune contro le avverse condizioni economiche. I tre si stratificano in una casa, la topaia, e si ritrovano dopo poco avvinghiati letteralmente da una storia, che si spande dal fronte orientale a quello occidentale, tra le figure della cantante d’opera Sophia Siméonidis e della sua amica Juliette.
E tutto parte da un albero, un giovane faggio, che compare senza preavviso nel giardino di Sophia, una mattina qualsiasi.
Continua…