Sono stato ospite del blog dell’amico Zeno Saracino, per il quale ho tradotto una parte dei Facts in the Case of Alan Moore’s Providence. Zeno, che bazzica la mia stessa città, l’ho conosciuto proprio grazie a Lovecraft e sempre sul suo blog ho scoperto questa miniera di informazioni che è il sito dedicato a quella parte dell’opera di Alan Moore dove l’autore ha incrociato le strade del solitario di Providence, dal primo racconto The Courtyard, comparso nella vecchia antologia The Starry Wisdom (che ho scoperto di aver acquistato quasi 20 anni fa) a Neonomicon (nel volume che contiene anche l’adattamento a fumetti di The Courtyard) e alla serie Providence.
Mese: Luglio 2016
Verso la città del sogno
Tre volte Randolph Carter sognò la città meravigliosa e tre volte ne fu rapito mentre l’ammirava dalla terrazza panoramica. Magnifica e splendente come oro ai raggi del tramonto, la città era ricca di mura, templi, colonne, ponti ricurvi di marmo venato, fontane d’argento che mandavano zampilli nelle grandi piazze, giardini profumati, larghe strade che si snodavano fra filari di alberi delicati, urne ornate di fiori e una teoria scintillante di statue d’oro; e a nord, sui fianchi ripidi delle colline, s’arrampicavano file di tetti rossi e vecchi abbaini aggobbiti che proteggevano le strade più piccole, dove l’erba cresceva in mezzo ai ciottoli. Era una visione degna della febbre d’un dio: un concerto di strumenti sovrannaturali, un tuono di cimbali senza tempo.
Strange things about Stranger Things
A tre mesi abbondanti dall’ultima recensione, la visione di Stranger Things, nuova serie targata Netflix, è riuscita a spingermi a rimetter mano alla tastiera, per qualcosa che non sia programmare l’engine del roguelike o giochicchiare a Limbo. Siamo a meno di 24 ore dalla visione dell’ultimo episodio della prima stagione, resa disponibile appena tre giorni fa, e so che se non ne scrivo potrei avere ancora difficoltà a dormire. Troppo l’entusiasmo, le emozioni che vorrei raccontare, così come i rimandi e le citazioni delle quali mi piacerebbe discutere. Non riuscirei a farlo al bar, quindi tocca al blog ospitare questo soliloquio. Per le recensioni vere, di chi ne sa, aspettiamo al varco Lucia; io vi servo al solito un minestrone emozionale nel quale, se volete, potete sguazzare fino al suo arrivo.