Il True Path di Edge of Tomorrow

Un paio di mesi fa ho rivisto per l’ennesima volta il film Edge of Tomorrow. Non ho mai chiarito del tutto da dove arrivi il fascino che esercita su di me. Sarà la fantascienza bellica, il design degli esoscheletri militari, saranno gli alieni “tecno-organici”, versione metallica di un tentacolare incubo lovecraftiano. Oppure sarà Emily Blunt o la natura da “librogame” del film, che mi spinge a tornare dall’inizio e ricominciarlo.

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Archeologia videoludica: Dark Corners of The Earth (2005)

Siamo a poche settimane dall’uscita di due videogame che potrebbero settare un nuovo standard ne I giochi di Cthulhu [1]. L’intrattenimento digitale sospeso tra orrore e follia per il quale ringraziamo l’immortale Howard Phillips Lovecraft. I trailer di The Call of Cthulhu e The Sinking City promettono cose stupende. Ma da queste parti siamo fan del vintage e questo post ricade di diritto nella rubrica archeologia videoludica. Dimentichiamoci shader di prossima generazione e vagonate di poligoni per tornare con Dark Corners of The Earth a un’epoca non troppo lontana, quando a Dunwich le fattorie erano tutte intere e a Innsmouth il pesce era sempre bello fresco.

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Boardgame: Nemesis della Awaken Realms

Al momento in cui uscirà questa recensione, i pacchi bianchi della Awaken Realms staranno invadendo le case dei giocatori di mezzo mondo. Almeno di tutti quelli che hanno scelto la spedizione divisa tra core game ed espansioni e si sono adattati alla lingua inglese. Questi bellissimi pacchi contengono Nemesis, l’ultimo nato della casa editrice polacca Awaken Realms, che annovera tra i suoi prodotti This War of Mine, Lord of Hellas, Siegestorm e The Edge.

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Boardgame: Okko, un viaggio tra demoni e ronin

Una cosa bella di quest’anno è che sto riuscendo ad azzeccare le scelte al tavolo da gioco, provando tipologie del tutto diverse le une dalle altre. Anche se attualmente il preferito è un LCG, ovviamente Arkham Horror, ho goduto ad andare a scuola di pittura con Hokusai a Kanagawa e nel diffondermi come una pestilenza invisibile a Pathologic, sono rimasto a dir poco meravigliato davanti alla semplice bellezza di un astratto a tema “taoista” come Tao Long e ad attendermi, per fine anno o inizio 2019, c’è l’enorme scatola piena di orrori spaziali dell’attesissimo Nemesis. Tra questi sono riuscito a infilare, per una serie di colpi di fortuna, il vecchio Okko, l’Era di Asagiri, un gdt di ben dieci anni fa.

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Boardgame: Pathologic, il gioco da tavolo e le regole in italiano

Il paese semideserto di Gorkhon ci accoglie con le sue costruzioni dalle geometrie sbilenche, vecchie case tenute in piedi dalla ferrea volontà degli abitanti, allevatori e contadini che non si sono piegati a nulla. Ma una nuova presenza si è insediata tra la gente ruvida, tra gli arbusti spinosi e nella steppa che circonda l’insediamento. La presenza della peste delle sabbie si avverte prima ancora di scorgerne i segni, sul luogo, sul bestiame e sugli uomini. Riprendiamo il discorso su Pathologic, dopo la chiacchierata sul videogame omonimo, passiamo ad analizzare il gioco da tavolo, arrivato dalla lontana Russia in un enorme pacco, semi ricoperto di francobolli.

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Archeologia videoludica: Pathologic, Мор. Утопия (2005)

Nel 2005 un gruppo di sviluppatori Russi, che vanno sotto il nome di Ice-Pick Lodge, pubblica Pathologic [1] un psychological horror survival role-playing game dai toni surreali, sospeso tra orrore e filosofia, tra misticismo e leggenda. Nella madre terra il videogame ottiene numerosi consensi e vince cinque tra i premi principali del settore. Non gli va altrettanto bene in occidente. La traduzione non è all’altezza dei contenuti, il gameplay è ormai troppo legnoso se confrontato con i suoi contemporanei. Però c’è chi lo gioca e lo apprezza, il passaparola al solito fa il suo e di Pathologic si inizia a parlare [2]. Da lì a diventare un piccolo “cult” la strada è breve.

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Videogame: Reigns, come costruire un regno “a bivi”

Nelle pause tra le attività che riempiono fino a esplodere le sole 24 ore della giornata, tra libri e film e serie tv (ma quante ne fanno ormai?!) ogni tanto tornano a farsi sentire i videogame. Dopo un 2016 molto soddisfacente e parecchio action, sto giocando molto poco, godendomi qualche corsa sui ghiacci di Never Alone (Kisima Inŋitchuŋa) o con qualche gioco “indie” come questo Reigns.

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Universo Hellboy: Frankenstein e la Fiamma Nera

Non si tratta di un team up (anche se sarebbe molto interessante vederlo realizzato) tra due personaggi del mondo di Hellboy. Il titolo è messo lì per avvisarvi di un aggiornamento delle pagine dedicate al Mignolaverse, la continuity nella saga creata da Mike Mignola. Nella sezione del blog Universo Hellboy trovate tutti gli articoli dedicati a “Red” e compagnia, compreso l’ordine di lettura e la cronologia interna alla saga.

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La parabola di Stanley, un “librogame 3D”

Anno nuovo, nuova stagione videoludica, iniziata benissimo completando il fantastico Middle Earth: Shadow of Mordor, capace di lasciarmi perfino una sorta di malinconica amarezza con quella conclusione “open” ormai indispensabile per questo genere di giochi. Restare in giro per le terre dell’Oscuro Signore, senza possibilità di pace e redenzione, tra orchi, Uruk e bestie ancora peggiori, non è il destino che avrei voluto per il povero ramingo, ma è probabilmente tra i finali più “eroici” capitati da qualche tempo a questa parte.

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Universo Hellboy: Per chi suona la campana

Dopo un curioso problema alle consegne, che mi ha fatto attendere alcune settimane non previste, è arrivato un paio di giorni fa tra le mie mani l’ultimo numero di Hellboy. E di ciò parlerà il resto dell’articolo. La vedete la grande scritta luminosa lampeggiante, SPOILER? Siete stati avvisati. Hellboy è morto. Più volte, come forse ricorderete. È stato ucciso e “resuscitato” in Africa da uno sciamano. È stato privato del suo stesso cuore, nell’epico scontro con la reincarnazione del Drago, l’Ogdru-Jahad, ospite della regina di sangue, l’infernale Nimue. Nonostante avesse eliminato il Drago, come il cavaliere d’Inghilterra che si è rivelato essere, unico legittimo sovrano, erede dello stesso Artù, il suo cuore gli è stato strappato dallo spirito di Nimue, vittoriosa dove tanti hanno fallito.

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