Recensione: Hellboy B.P.R.D. #10 – L’avvertimento di Mike Mignola, John Arcudi, Guy Davis

B.P.R.D. #10 L'avvertimento di Mike Mignola

B.P.R.D. #10 L’avvertimento di Mike Mignola

Il percorso dell’ufficio per la ricerca e la difesa del paranormale ha portato questa che era una costola (spin off per gli esperti) del più noto Hellboy a superare in qualità il suo genitore. Svincolato dal legame col folklore più classico (da sempre asse attorno al quale ruotano le vicende del ragazzo infernale) e dal binomio nazisti-magia (che diciamolo ha pure un po’ stancato ormai) ha beneficiato di una visione molto più ampia.

Si potrebbe affrontare un discorso che cerchi di analizzare il parallelismo tra gli avvenimenti nelle due serie, da sempre tra loro interconnesse.
Da un lato ci sono le modifiche nel mondo cosidetto sottile, il micro cosmo magico, motore delle avventure di Hellboy, dove il nemico è nascosto, anche se gigante, immenso, appartiene a un regno che tenta d’interfacciarsi col materiale, fallendo.
Dall’altro le apocalittiche guerre sostenute dal BRPD, epici scontri con divinità incarnate le cui conseguenze coinvolgono intere città, come la Berlino semidistrutta di questo numero 10.
Due mondi interconnessi ma diversi, anche dalla scelta di adottare nuovi disegnatori nel B.P.R.D., con colorazioni vive e feroci, che si allontanano dalle tinte scure e dagli spigoli netti delle tavole dell’Hellboy di Mignola.

B.P.R.D. # 10 - Berlino distrutta

Berlino distrutta dalle macchine

Come raramente si è visto in un fumetto seriale, Mike Mignola (affiancato ai testi da John Arcudi) non si è fatto scrupolo nel togliere il velo di segretezza che nascondeva orribili mandrie di uomini-rana o macchine senzienti e sconvolgere letteralmente il mondo in cui si muovono i suoi protagonisti. Anzi, sembra aver goduto parecchio nel portarle alla luce, negli scorsi episodi del B.P.R.D., e L’avvertimento non è da meno. I nemici che emergono dal sottossuolo sono solo a un primo sguardo robot dalla “testa a lapide”, ma successivamente iniziano a mutare, in quello scambio inorganico-organico che Mignola sembra amare (la mano-pietra di Hellboy, l’uomo-argilla Roger, il golem gigante ricavato dai cadaveri disciolti). E l’idea del combattimento sotterraneo tra enormi rettili pre umani (forse Dhole di lovecraftiana memoria?) dove il perdente viene posseduto dallo spirito di Kraus, medium defunto e mantenuto in vita in una armatura da palombaro, e scagliato contro l’altro, non è roba che si vede tutti i giorni.

Un'altra visione della città devastata dalle creature del sottosuolo

Un’altra visione della città devastata dalle creature del sottosuolo

Il lavoro sui personaggi è sempre ottimo. Abrham “Abe” Sapien è cambiato dai tempi delle prime avventure con Hellboy, mutando dal solitario e malinconico al duro e spietato, guerriero reso cupo dalle scoperte fatte sul suo passato (“non farti prendere dalle emozioni adesso” dice gelido a Mr. Kraus, davanti alla devastazione della Berlino città natale del sensitivo tedesco, che ci regala una bella e triste sequenza nel finale). Elizabeth “Liz” Sherman, il personaggio che Mike ammette voleva cancellare poco dopo le prime storie, è dai tempi de Il Verme conquistatore, uno dei principali motori del gruppo e delle vicende paranormali che affliggono questo piano d’esistenza. La sua energia interiore fa gola a molte creature, dal buon vecchio Rasputin, che ha portato Hellboy tra noi, a divinità ctonie che anelano una vittoria sugli esseri umani.

Abe Sapien

Abe Sapien

Ed è un bel numero anche per gli appassionati dei personaggi secondari, che qua tornano in forze, dalla chela alla fiamma nera, con un ottima dose di continuity, che Mignola gestisce sempre bene, dai collegamenti più evidenti ai dettagli per i lettori più attenti, come quell’indecisione di Devon (che come personaggio più secondario non si può, sempre al limite di essere una maglia rossa della serie) davanti alla richiesta di telefonare dalla cabina, riferimento alla sua tragica esperienza in La macchina universale.

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7 commenti

  1. Ho trovato i tuoi spunti molto interessanti, nonostante non abbia ancora letto questo volume. 🙂 Sto infatti aspettando la ristampa de Lo spirito di Venezia, poi procederò alla lettura del primo arco narrativo della serie, che, se non ho capito male, si concluderà con King of fear (13° o 14° volume della collana, non ricordo con esattezza). A quanto pare, la serie, dopo Guerra alle rane, oltre che plot, cambierà persino titolo. Credo che si chiamerà B.P.R.D. Hell on earth e che farà da “compagno” di avventure (e di semantica) a Hellboy in hell, titolo del secondo story arc di Hellboy. Comunque sì, concordo con te, con il passare dei numeri B.P.R.D. ha superato in qualità sia Hellboy che tutti gli altri spin-off.
    Ciao!

  2. Anche a me piace più il B.P.R.D che la serie madre, ultimamente mi sembrano storie scritte meglio.

  3. @7di9: l’argomento mi ha ricordato un vecchio progetto della Top Cow, credo, del quale non ricordo ora il nome corretto. In teoria tutte le serie avrebbero dovuto convergere verso un unica ambientazione “infernale” e una in specifico avrebbe parlato di un gruppo di marines (credo) che scendeva all’inferno.
    Chissà cosa potrà fare Mignola con l’intero inferno da usare per le sue storie 🙂

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