Gli eredi di Pixel Dungeon

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È probabilmente uno dei pochi roguelike giocati su smartphone, sicuramente il più scaricato e il più moddato. L’aver rilasciato il codice sorgente ha dato origine a moltissime nuove versioni, disponibili (quasi tutte) sullo store di Google. Per i fan del sotterraneo con i pixel giganti, tra i lettori più assidui ormai di questo blog, ho messo assieme un elenco di queste edizioni speciali di Pixel Dungeon, che nel frattempo è uscito su piattaforme desktop (PD è ora giocabile anche su PC, attraverso Steam e altri store, per la gioia di chi non ha un device Android).

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Tre dungeon old style per Natale

Il post di Natale da queste parti è tradizione, come Glenn Miller e i biscotti di pan pepato che ho infornato poco fa. Che farà tanto nonna papera, ma preferisco il profumo dei dolci a quello della polvere da sparo, che ci volete fare.
Il 2013 ha avuto un articolo natalizio a tutto Cthulhu, con We Wish You A Merry Yuletide, tra i più letti da qualche settimana in qua. E’ stato un anno in cui di Cthulhu ce n’è stato parecchio da queste parti, ed era perfetto chiudere con la Yule lovecraftiana, con un viaggio a Kingsport per partecipare a un Festival più antico dell’uomo.

L’anno che si va a chiudere è stato per gran parte un brodo primordiale di ribollente merda, sufficiente a farlo candidare, assieme al 2012, al club dei peggiori della mia intera vita. Ma “basta” tener duro e crederci (o non pensarci e andare avanti sperando, fate voi) e le cose riescono anche a migliorare. Ora a parte qualche problemino di salute, il resto sembra iniziare a funzionare. Tocchiamo qualche tonnellata di ferro e andiamo avanti.
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Pixel Dungeon, trucchi e segreti

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I capitoli della guida (li trovate tutti qua) sono giunti alla meritata fine da qualche settimana, e il tempo per scrivere le ultime note non c’era mai. Per cui approfitto di un momento di respiro per chiudere questo ultimo capitolo della guida a Pixel Dungeon, che non la smette mai di essere aggiornato dal suo prodigo programmatore, che recentemente lo ha rilasciato anche in una versione desktop da giocare comodamente al PC.

Le ultime versioni di Pixel Dungeon hanno introdotto anche le challenge, disponibili solo per chi ha concluso il gioco almeno una volta, e un tipo di visione “immersiva” la quale necessità di Android 4.4. Chissà che in futuro non dedichi una nuova mini guida a questi aspetti del sempre divertente roguelike.
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Pixel Dungeon, quinta parte della guida (dal livello 21 al boss Yog-Dzewa)

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Ci siamo, ultima puntata della guida al videogame Pixel Dungeon (a meno di un’ulteriore post con aggiunte di trucchi e segreti, già in cantiere). Arrivati a questo punto dovremmo essere armati e pericolosi, con tutte le possibili bags colme di Wand, Scroll e Seed. Il Dwarf King ci ha fatto dono, lasciando questo mondo, di un comodo Armor Kit destinato a far salire a classe Epica la nostra armatura (che non potrà essere ulteriormente potenziata).
Non ci resta che affrontare i pochi livelli davanti a noi, che costituiscono le Demon Halls, per arrivare a scontrarci col dio oscuro Yog-Dzewa.

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Pixel Dungeon, quarta parte della guida (dal livello 16 al boss Dwarf King)

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Ci siamo, dopo un mesetto di pausa ho deciso di riprendere le guide dedicate al roguelike (in esclusiva) per Android più giocato del momento, Pixel Dungeon. In un articolo di qualche giorno fa ipotizzavo che per scrivere gli ultimi articoli avrei dovuto attingere alle esperienze di un amico che ha finito il gioco. Invece no, spinto da maschio fervore mi sono riletto le mie stesse guide 😀 ci ho riprovato e, in una run particolarmente fortunata, ce l’ho fatta. A dirla tutta ho carpito almeno uno dei “segreti” fondamentali per giungere alla fine, che vi rivelerò strada facendo.

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Pixel Dungeon, terza parte della guida (dal livello undici fino al boss DM-300)

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Terza parte della guida alla sopravvivenza nel mondo a 8bit di Pixel Dungeon. Al momento che la scrivo è anche l’ultima, a meno ovviamente di mettersi a copiare guide altrui per i livelli che vengono dopo, cosa che non intendo fare. Il gusto di questi articoletti è proprio quello di scoprire e scrivere quel che si è scoperto (ovvio, ci sono cose che ho imparato leggendo le wiki che ho condiviso negli articoli precedenti).

Edit dell’ultimo momento: sono riuscito a superare DM-300 anche se a costo di quasi tutto l’equip tra pozze & scroll. Ora non rimane che avventurarsi nel quarto dei cinque settori del gioco, con i livelli da 16 a 20, fino al Dwarf King.
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Pixel Dungeon, seconda parte della guida (dal sesto livello fino al boss Tengu)

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Goo è stato sconfitto. Il protoplasma nero e viscido giace gorgogliante ai vostri piedi. Tenta di estroflettere un ultimo tentacolo che ondeggia verso di voi. Alzate lentamente il piede e con calcolata lentezza schiacciate ciò che rimane della creatura. Le vibrazioni e i gorgoglii si spengono, voi proseguite impugnando la chiave a teschio che apre la strada per i prossimi cinque livelli, la Prigione abbandonata.
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Pixel Dungeon, la guida dal primo livello al boss Goo

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Questa guida nasce in risposta ai numerosi click sul mio sito da parte di lettori interessati al roguelike per Android più noto del momento, Pixel Dungeon. Di questa bella app gratuita ho parlato in un articolo dove, se siete poco ferrati in materia, potete scoprire cosa sono i roguelike. L’articolo è, con molta fantasia, Pixel Dungeon e i roguelike per Android.

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Pixel Dungeon e i roguelike per Android

Yog DzewaOgni tanto da queste parti torna la voglia di “giocare col computer”. Che è una di quelle cose riprovevoli, che non si fanno perché è una perdita di tempo, lo sappiamo. O almeno così tende a pensarla una gran fetta di popolazione che alla parola gioco (se non associata ad altri vocaboli socialmente approvati come calcio, basket, poker, fantacalcio,…) prova un brivido di ribrezzo. Meglio perdersi davanti a film insulsi e spegnere il cervello, piuttosto che un’oretta a inseguire saltare sparare nell’ultimo Uncharted (che okay sono ancora fermo ma da poco sono riuscito a superare una certa dannata botola) o farsela sotto tra corridoi e mostri in qualche Silent Hill (ecco lì meglio non gli ultimi della saga) o ancora esplorando mondi post apocalittici nell’ennesimo Fallout. Cose già dette, pure in inglese.

Torniamo a parlare di storia dei videogame, nella quale i passatempi di tipo roguelike occupano uno spazio importante. Si dice che il primo gioco di ruolo su computer sia stato proprio Rogue, sviluppato su computer con sistema operativo Unix, più di trent’anni fa.

Il tipico gioco roguelike (appunto ‘simile a rogue’) ha caratteristiche ben precise:

  • il giocatore sposta il personaggio in una sequenza di livelli sotterranei visti dall’alto
  • i livelli sono a difficoltà crescente e vengono generati in modo casuale
  • i combattimenti sono a turni e non in tempo reale
  • gli oggetti non svolgono per forza la stessa funzione in ogni partita (così la Pozione d’ambra una volta vi cura e la volta dopo vi incendia)
  • ma soprattutto, regola ferrea, la vita è una, persa quella si riparte dall’inizio, nessun salvataggio

Un gioco d’altri tempi, difficile e spesso frustrante, eppure dannatamente accattivante.

In questo genere possiamo distinguere due grandi famiglie, i giochi di tipo Hack e i giochi di tipo Band.

La prima categoria discende da NetHack, classe 1987, attualmente ancora in sviluppo, dove il personaggio doveva scendere tra mille pericoli alla ricerca del Amuleto di Yendor. Lungi dal veder conclusi i lavori una volta realizzato il gioco, i programmatori ci hanno rimesso mano, anno dopo anno, in un team che si è riformato più volte dal 1989 in poi. A dispetto della grafica in caratteri ASCII poverissima, il motore di gioco è molto complesso e permette al personaggio di possedere un pet (già, non li ha inventati la Blizzard) le cui abilità variano con l’esperienza accumulata. È impensabile riuscire a spiegare la complessità alla quale si è riusciti ad arrivare, anno dopo anno, con NetHack. La quantità di cose che si possono fare, che possono succedere e le innumerevoli tipologie di morte che attendono il giocatore nei sotterranei infernali sembrano vicine all’infinito. Un esempio lo si può trovare in questo bel articolo che riporta una serie di eventi particolari gestiti dal gioco.

Nethack

Una schermata di Nethack

La seconda categoria si riferisce al tolkeniano Angband. Stavolta ci si trova a impersonare un eroe destinato a scendere nei sotterranei di Angband, fortezza di Morgoth (o Melor) il più potente tra gli Ainur e principale “signore oscuro” nel Silmarillion.  Per far capire quanto era oscuro Morgoth basti pensare che Sauron era “soltanto” uno dei suoi luogotenenti. La maggior differenza con gli Hack è che nei Band i livelli sono generati all’ingresso del giocatore, quindi se si scende per poi risalire non si troverà quello che si aveva lasciato ma un livello del tutto nuovo. Irreale e ancora più complesso da giocare, se una partita in NetHack dura ore per concludere i 100 livelli di Angband ci può volere una settimana intera.

Di anni ne sono passati tanti e titoli di questo tipo ormai si possono giocare in pratica su ogni elettrodomestico di casa. I cosiddetti porting, adattamenti del codice di un programma per piattaforme diverse, sono stati fatti per Dos, Windows, iOS, Android,… E proprio su Android sono giocabili sia NetHack che Angband, anche se con interfacce praticamente identiche all’originale cosa che non disturba tanto dal punto della grafica quanto da quella dei comandi, noiosi da inserire senza una tastiera fisica.

Tra i tantissimi giochi roguelike disponibili nello store di Google ho avuto la fortuna di scovare il gioiello, come si usa dire, che vado a presentarvi. Trattasi di uno dei pochi software su Android realmente gratuiti. Niente costo iniziale e soprattutto niente, nessuna microtransazione successiva, necessaria per avanzare di livello, acquistare i potenziamenti per poter completare il gioco o quanto altro è di uso comune ormai (purtroppo). Nota personale: preferisco pagare per un gioco e poi farne ciò che voglio piuttosto che venir abbindolato dalla parola gratis per poi vedermi bloccato sul più bello e dover scegliere se pagare o meno.

Pixel Dungeon è un roguelike di tipo Hack con una grafica retrò, in puro bellissimo stile 8 bit, ma sviluppato da chi sa il fatto suo. Tre classi iniziali, le solite, warrior, rogue, mage, più una quarta, huntress, sbloccabile se si riesce a sconfiggere il terzo boss con una delle altre classi. Il gioco presenta una curva di difficoltà piuttosto lineare, non c’è pietà per il giocatore e spesso capita di morire perfino nel primo livello anche dopo numerose partite, per mano di un terribile marsupial rat.

Pixel Dungeon

Il terribile boss Goo

Una volta appresi i meccanismi però si inizia ad andare più a fondo, soprattutto se si è fortunati con i drop e i tesori e si mette le mani su un gear decente. A quel punto arrivare al primo boss, Goo, che attende al quinto livello, non è troppo difficile. E da lì inizia il vero gioco, tra mini quest sparse per i livelli e accorgimenti davvero ben realizzati. Erba, porte in legno, nemici e protagonista bruciano a contatto col fuoco e le fiamme possono essere spente dal fuoco. La classica lightning bolt rimbalza sulle pareti, mentre trappole di ogni tipo attendono nei corridoi, tra porte segrete, tombe che ospitano spiriti assassini e terribili Piranha giganti nelle pozze d’acqua stagnante. Menzione speciale per i semi che si trovano in giro, da piantare in terra per avere gli effetti più disparati, da combinare in molti modi diversi (ad esempio la combinazione earthroot e firebloom potrebbe essere letale per un certo primo boss gelatinoso…).

Come per i rogue classici la maggior parte degli oggetti ha proprietà sconosciute al protagonista. Le pozioni sono nominate per colore, le pergamene con sequenze di caratteri senza senso, armi, armature o anelli magici mostrano solo il proprio nome reale. È con l’utilizzo che il personaggio acquisisce dimestichezza e quindi conoscenza di questi elementi. Ma alla partita successiva tutto cambia e si deve ricominciare da capo.

Pixel Dungeon

L’ironia è sempre presente

In conclusione un gioco da addiction pura, nonostante morire sia perfino troppo semplice (soprattutto col mage o col rogue) si tenta e si ritenta. I livelli sono ogni volta diversi, le trappole e i tesori ancora tutti da scoprire e la grafica simpatica aumenta ulteriormente la longevità. Sulla wiki ufficiale di Pixel Dungeon si possono trovare tonnellate di informazioni e aiuti, per arrivare fino all’ultimo livello e sconfiggere l’ultimo boss, Yog-Dzewa.